spermaflex

Ma perché ostinarsi con LOS? Conosco già la risposta: perché è risaputo che lì una trombata facile non si nega a nessuno, belli, brutti, grassi, magri, senza differenza di razza, religione, credo politico e tendenze sessuali. In nome di questa pigra certezza si va tutti lì, come un gregge di pecore che segue il pastore. A leggere sto forum pare che le alternative siano soltanto Cuba, Brasile e Repubblica Dominicana, oltre a qualche paese dell'Europa orientale. Aprite le menti, spalancate i cuori alla speranza e al'avventura, andate dove non vanno gli altri ! Tempo fa @Ventofortissimo aveva iniziato una serie di 3d su Marrakech svelando le infinite potenzialità gnoccherecce di questa destinazione. Ora vi dico: sfogliate l'atlante, fate girare il mappamondo, consultate googlemap e cercate di elaborare un'idea originale. Magari non ve ne scoperete una diversa ogni notte (c'è ancora chi ha bisogno del carniere pieno da esibire agli amici del bar?) Ma con quelle tre/quattro che rimedierete nel corso della vostra vacanza, avrete, almeno, instaurato una parvenza di rapporto che, a mio avviso, è la cosa più intrigante in funzione della trombata. Non so voi, ma a me piace fare sesso con una persona, non solo infilzare una figa. Qualche suggerimento: soprattutto Birmania (Myanmar), oltre a Laos, Cambogia e le sperimentatissime Filippe; Bali; Shanghai, Macao, Madagascar (molto gnocca oriented); Somalia, Etiopia, Eritrea; Venezuela, Colombia, Panama. Coraggio, datevi una mossa!

@lex87 - ma che brutte compagnie frequenti? Comunque tra 50 e 5000 c'è un bel salto anche di dignità che sancisce l'innarrivabilità, se non per pochi, ai "favori" della figa in questione.

Tutto quello che passa per la TV è rappresentazione, show, fiction, finzione appunto. Se lo guardi come tale sei ganzo ma se lo prendi come dato di realtà sei gonzo. Quanto al prendere per il culo l'aspirante troia, ormai le donne nella cultura occidentale sono diventate una specie protetta (si sono inventate pure l'8 marzo) e intoccabile. Guai a prenderle di mira!

Questo il mio contributo secondo gli auspici di Master:

Mi chiamo Oscar. Oscar Pay. E adoro la gnocca. La sorte ha voluto che nascessi in una famiglia benestante che non mi fa mancare nulla. Neppure costose trasferte nei 5 continenti - per impedirmi di fare danni a casa - dicono loro, ma io credo per consentirmi di accumulare preziose esperienze formative. Diciamo pure che con i soldi di cui dispongo posso permettermi fighe da urlo, nel senso letterale del termine, dal momento che in occasione dell'ultimo viaggio a urlare (di dolore) sono stato io. Ma procediamo con ordine.

Ero andato a New york con un biglietto premio di mio padre, quelli che le compagnie regalano con l'accumulo di miglia e, naturalmente, mi guardavo intorno in cerca di gnocca.

A New York, si sa, c'è n'è per tutti i gusti e di tutti i colori: bianche, nere, mulatte, latine, gialle e di ogni altra sfumatura intermedia. Finalmente, da Macy's, aggancio una neretta mica male, peperina e con la faccia che era tutta una promessa. Senza troppe storie mi dà telefono e indirizzo e restiamo d'accordo di vederci quella stessa sera da lei.

Trascorro il pomeriggio a lucidarmi l'uccello e a provarmi davanti allo specchio vari modelli di preservativi. Finalmente arriva l'ora di andare. Chiamo un cab e mostro l'indirizzo all'autista. Lo stronzo, senza neanche guardarmi fa cenno di no e schizza via. Mi avevano avvisato che i taxisti di NYC sono teste di cazzo e quindi provo con un altro. Questo qui, un nero di 120 kg. che a malapena ci stava nella macchina, si mette a ridere e mi fa: "100 dollars". "Ma perchè così tanto" gli domando nel mio inglese di Oxford; lui mi biascica una risposta incomprensibile e fa per andarsene. "Wait, wait" gli grido, "it's ok 100". "One hundred for the meter plus 50 for me" rilancia lo stronzo. Si stava facendo tardi per l'appuntamento ed evito di discutere, tanto i soldi non mi mancano, mentre il tempo scarseggiava. Salgo e partiamo. Percorre la 5°, costeggiamo Central Park, poi gira a destra, inchioda e mi dice di pagare e scendere perché lui oltre non va. Mi guardo attorno: un posto da paura: case fatiscenti, graffiti sui muri, nessuno per strada, solo la luce di un coffee bar che rischiara (si fa per dire) un gruppetto di rasta che barcollano strafatti davanti alla porta. Resto impietrito, non so da che parte dirigermi; guardo il foglietto con l'indirizzo e leggo; Betty, 45 120th St, 3rd Ave. East Harlem, oltre al numero di telefono. Dunque mi trovo nel famigerato quartiere di Harlem che gli amici mi avevano raccomandato di evitare. Mentre sono lì svuotato di ogni iniziativa, sbuca dall'oscurità un terzetto di negri, tutti oltre il metro e 90 e con dei fisici da far paura anche se ne avevo già abbastanza di mia.

Mi circondano, si sbottonano e tirano fuori delle specie di anaconda lunghi almeno 30 cm che non immaginavo potessero esistere se non tra i loxodonti. Senza una parola mi trascinano in un angolo buio e mi sbattono a pancia in giù sul cofano di una macchina. Intuisco le loro intenzioni e li imploro di lasciarmi andare: “vi darò tutto quello che ho”, supplico. “Tanto ce lo prendiamo lo stesso” risponde una voce sghignazzante mentre una mano mi sfila il portafoglio dalla tasca dei pantaloni.

Il resto ve lo potete immaginare; mentre, a turno, due mi tenevano schiacciato contro il cofano dell’auto, il terzo mi sodomizzava. Per fortuna dopo qualche centinaio di colpi persi conoscenza inghiottito da un gorgo buio più buio di una notte senza tempo e senza luna.

Quando riaprii gli occhi mi trovavo in una corsia d’ospedale attaccato a una flebo e con un dolore lancinante all’asshole. Neanche il tempo di capire il come, che cosa e perché, che si avvicina un infermiere chiedendomi se avessi un’assicurazione sanitaria. Gli mostro il tesserino regionale dei servizi che, fortunatamente, tenevo, insieme alle carte di credito, nel taschino della giacca. Se lo rigira tra le mani perplesso. “Do you have a credit card?” incalza con la domanda di riserva. Mostro l’Amex platinum e quello mi fa un sorriso a 36 denti. Me la sfila dalle dita e ricompare poco dopo con una strisciata in bianco che mi chiede di firmare.

In ospedale mi tengono una settimana; camera singola, infermiere che sembrano angeli, insomma trattamento da hotel 5 stelle (potenza dell’Amex). Tra le infermiere ce n’è una particolarmente carina che mi sorride in un modo speciale. Rispondo al sorriso; quando mi cambia la medicazione le sue dita indugiano carezzevolmente nei dintorni della zona danneggiata. Parliamo. Mi dice di essere di lontana origine italiana, Chiavari, mi sembra e già il nome della cittadina ligure riecheggia nel mio cervello come una vaga promessa. Mi annuncia che domani avrà il turno di notte e mi chiede se ho voglia di chiacchierare un po’ con lei. Forse aveva ragione mia nonna – pensai – quando sentenziava che non tutto il male viene per nuocere. Il giorno dopo, infatti, non la vedo. Ricompare la sera tardi, bellissima e avvolta in un lievissimo profumo di lavanda che si avverte appena, confuso tra l’odore dei medicinali. Mi chiede come sto – “forte come un toro” – rispondo allusivo. Sorride e viene a sedersi sul bordo del letto. Mi accarezza la fronte – “non hai più febbre” – commenta con dolcezza; la sua mano indugia sulle mie labbra, poi scivola sul torace villoso titillandomi giocosamente i capezzoli. Allora non ci vedo più. Mi metto seduto sul letto e l’abbraccio. Voglio essere certo di concludere con una bella scopata che mi ripaghi di tante sofferenze. Frugo sotto il cuscino dove avevo preparato due biglietti da 100 dollari e glieli metto in mano. Lei si blocca, la sento diventare un pezzo di marmo mentre si libera bruscamente dalla mia stretta. “I am not a bitch and you are a bastard” sibila mollandomi un ceffone a 5 dita.

Questo il resoconto della mia sfortunata trasferta newyorkese, sfortunata ma non completamente negativa. Infatti, quando di ritorno a casa, raccontai le mie disavventure agli amici del bar, il più saggio mi rincuorò commentando: “beh, tutto sommato, poteva andarti peggio; immagina se quei tre negri, invece di mettertelo in culo, te lo avessero dato in testa. Forse non saresti qui a raccontarlo”. Effettivamente, ripensando a quei 30 cm di cazzi a sfollagente, non potevo che dargli ragione. A lui e alla mia povera nonna con il suo proverbio del cazzo.

Non mi stancherò mai di ripetere che non si paga mica per trombare, ma perché la prescelta, poi, sparisca senza avere più nulla a pretendere.

Voila, ecco il motivo per cui è preferibile evitare gli altri italiani all'estero: hanno sempre una buona parola per tutti.

C.v.d. - per trovare gnocca free bisogna andare dove non vanno gli altri, altrimenti si crea mercato e, di conseguenza, il pay.

@everlook - quoto 100% ma con una precisazione: non assimilerei il "costo" di una donna a quelli di auto, casa, vacanze ecc. Parlerei piuttosto di "costo" della relazione, di qualsiasi relazione in cui si sia emotivamente coinvolti, anche quella con un amico, un fratello/sorella ecc. Se partecipo, ad esempio, al dolore di un amico, mi faccio carico di parte della sua sofferenza e anche questo è un "costo", riferito alla sfera emozionale, ma può essere ben più pesante di un esborso in denaro. Chiamiamolo, allora, corrispettivo: ciò che si dà in cambio di qualcosa: un amico mi presta la casa per portarci una, vuoi che non gli offra prima o poi una pizza?

La vita di relazione è fatta di scambi, scambi di favori, sentimenti ("Amor che nullo amato amar perdona"), beni materiali; anche di scambi sessuali, ma non solo. Come ho detto più sopra, gli esseri umani sono tendenzialmente dei "pacchetti all inclusive", nel senso che tutti vorremmo essere accettati nella nostra interezza con pregi e difetti, anima e corpo. Tuttavia ogni tanto ci va di scindere qualche "componente" dall'insieme del "pacchetto" e concentrarci su di esso. In questo caso anche il corrispettivo si parzializza: nella prospettiva più auspicabile diventa cazzo in cambio di figa; altrimenti figa in cambio di soldi. Morale: se vuoi il free devi ingaggiarti almeno in una parvenza di relazione, l'alternativa è il pay, svuoti le balle ma è come andare a caccia allo zoo.

Caro pay4play, senza nulla togliere al tuo nick che capisco essere soprattutto una filosofia, se vai al mercato ci vai per vendere o comprare qualcosa, dal momento che è lì che domanda e offerta si danno appuntamento: chi compra porta i soldi, chi vende porta la merce. Ma se vuoi procurarti ciò che ti serve senza un esborso in danaro, eviti il mercato (anche se a volte vi si fanno incontri interessanti) e bazzichi direttamente campi, frutteti, pollai ecc. insomma quei posti dove le cose si trovano in natura. Certo, non è proprio free perché devi comunque sbatterti, ma il concetto che voglio far passare è che se vai dove vanno tutti gli altri, contribuisci a creare "mercato" che è proprio il luogo deputato al pay.

@rugbys85 - giusto per non andare dove vanno tutti (ricorda: maggiore è la domanda in relazione all'offerta, più l'impresa è difficile): Atene, Istanbul, Marrkech, Beyrut.

Atene - stanno attraversando un brutto momento e c'è molta voglia di ricreazione.

Istanbul - la più laica e moderna delle città islamiche. Fighe strepitose.

Marrakech - ampiamente documentata dal collega Ventofortissimo

Beyrut - anche lì non se la passano benissimo e quindi c'è voglia di divertirsi; inoltre la città per molti decenni ha goduto di grande fama quale luogo di "perdizione".

@alex82 - hai ragione, nn li fanno entrare, ma escono da soli 9 mesi dopo.

@rugbys85 - di dove sei?

Sempre molto in generale, c'è poca complementarietà; più che una "socia" sarebbe una concorrente.

Ma che cazzo di post è questo? La gnocca è free di default, nel senso che nasce free, poi, è vero, si è corrotta in pay perché un sacco di maschi vuole solo quella senza doversi curare del resto che ci sta attorno. Quindi sostengo e ribadisco che quando si paga per far sesso, mica si paga per la gnocca, ma perché la titolare della medesima poi sparisca senza avere più nulla a pretendere. Se, invece, ci si relaziona a una donna in modo globale, nel senso che si dimostra di apprezzare tutto il "pacchetto" e non solo "quella", il resto viene da sé facile facile. Meglio ancora se si ostenta una certa indifferenza nei confronti dell'oggetto del desiderio, come a dire "non è tanto la figa che mi interessa, ma tu come donna". Allora la poveretta impazzisce perché, convinta com'era di avere un tesoro tra le gambe, si ritrova con uno che non ha fretta di arrivarci. E, per rassicurarsi, ve la tira dietro. Morale il posto migliore per la gnocca free è quello dove non ci vanno a caccia gli altri. Per il semplice motivo che maggiore è la domanda in relazione alla disponibilità, più alto il corrispettivo richiesto. Ovvero poca domanda = gnocca free.

Non è per fare sesso che si paga una donna ma perché poi sparisca senza aver più nulla a pretendere.

JamesBond007 sta solo facendo controinformazione per compensare gli entusiastici post di VentoFortissimo. Certa gente in Marocco si farebbe solo male.

Non si può vivere solo di esperienza altrui, bisogna farsi la propria e l'unico modo è sbagliare da soli per poi trarne le relative conclusioni. E'come quando ti chiedono "ti sei mai trombato Bélem"? E tu: "si ma non direttamente".

@Ventofortissimo - perdona loro perché non sanno quello che fanno.

Conosco Ventofortissimo solo per le sue recensioni, che apprezzo. A gnocca ci vado per conto mio e non mi servono dritte o consigli perché mi va di fare il mio viaggio, non quello di qualcun altro. Qui leggo un sacco di luoghi comuni che nascondono la propria pochezza dietro un'apparente verisimiglianza, come, per esempio, l'ultimo post di @jamesBond007. C'è poi @Carlos_Vela che, incurante dell'ovvio, invita a diffidare degli italiani all'estero, ma, cosa ben più grave, scrive "stò" con l'accento; solo per questo per me è fuori.

Ventofortissimo ha il merito (e la responsabilità) di aver sollevato il velo su un Paese a torto ritenuto gnocca unfriendly e, in particolare, su una città, bellissima, che, nonostante la recente invasione del turismo low cost, ha saputo mantenere intatte le sue intriganti potenzialità. Gli affamati di gnocca, coloro che amano le abbuffate, chi da un week-end pretende di portarsi a casa un carniere stracolmo da esibire agli amici del bar e al proprio traballante ego, farà bene a ripercorrere le solite vecchie, logorate strade che già fameliche orde di connazionali e non, hanno battuto e ribattuto prima di lui, lasciandovi solo macerie fumanti di gnocche consunte e slabbrate. Mi piace vedere in Ventofortissimo il Gran Sacerdote della gnocca marocca che esaltandone la recondita, inebriante beltà, lo fa per il solo piacere di un'eucaristica condivisione. Come il Papa quando invita i fedeli a riunirsi intorno a Santa Madre Chiesa.

In verità, in verità vi dico che con le regole si sopravvive ma con le eccezioni si esiste.

Bravo @challanger, con l'esempio del miele hai reso perfettamente il senso del noto adagio thai "no money, no honey" ;-)

Sento il bisogno di una ventata d'aria pulita; adesso spalanco porte e finestre e chi se ne frega se sbattono e di rompe qualche vetro. Anche se vado contro i miei interessi materiali che forse richiederebbero un atteggiamento più prudente, avverto la responsabilità nei confronti dei miei figli. Cosa potrei dirgli: "rivoto Berlusconi o gli altri partiti di sempre perché ho paura del cambiamento"? Ma che esempio sarei per loro: un padre pavido, spaventato dal nuovo, che è poi il futuro, quello stesso futuro verso cui un genitore dovrebbe accompagnarli infondendogli fiducia? E io dovrei aver paura del luogo, il futuro, che sarà la loro casa?

Ma, cazzo, ci vado anch'io con loro e con tutti gli altri giovani che vi si stanno faticosamente avviando con qualche timore ma anche con tanta speranza. E chi se ne frega se il viaggio sarà lungo e in salita! E se dovessi cadere strada facendo, vuol dire che lascerò loro un'eredità fatta di qualche soldo in meno ma compensata da un prezioso patrimonio di coerenza.

@punter - ci vogliono anni di psicanalisi...

@pay4play - il termine corretto è cerco-piteco. Purtroppo per loro poi lo trovano X_X

@uomomagro - questi interventi ti rendono addirittura vermilineo.

Dunque, @master, di base il missile è, come avviene in un sacco di altri settori, una che ha sbagliato mestiere. Nel particolare, non le piace il lavoro che fa ma è troppo pigra per impararne un altro e, comunque, sa che non potrebbe guadagnare le stesse cifre.

Il missile non è una persona normale ma una schizofrenica (solitamente caruccia) che vive con profonda autodisistima la contraddizione tra

ciò che pensa di valere e il lavoro che fa. E il farlo male l'aiuta a sentirsi un po' meno troia.

E' solo questione di ceto d'appartenenza e valori relativi (formazione, istruzione, educazione, igiene mentale). Se la straniera di turno ha una cattiva opinione degli italiani significa che ha bazzicato quel tipo di italiota che anche molti di noi si vergognerebbero a frequentare. Ma se li frequentava senza cercare di meglio probabilmente anche lei è un po' sfigata (pares cum paribus congregantur).

E perché uno (non sfigato) dovrebbe mettersi con una sfigata?

Le straniere residenti in Italia che conosco io non fanno altro che parlar bene dei propri uomini perché le fanno sentire come principesse ma sempre su base di paritetica reciprocità di diritti e di doveri (tu sei la mia principessa e io il tuo Re). E non ci trovano nulla di strano a contribuire per il 50% alle spese di casa.

@Paolo76 - Inzomma, le cose non sono più come prima, non esistono più le mezze stagioni, il tempo passa e noi con lui... Ma, dimmi, non è che ti sei fidanzato ufficialmente con una melanzana e hai deciso di appendere le palle da puttaniere al chiodo?

@ciula88 - al momento no perché vanno a finire nel calderone del magnamagna, ma dopo un bel repulisti vedrai che saltano fuori.

Il nostro sistema politico è talmente incrostato che non ha le capacità di riformarsi dal suo interno. In questo caso serve, prima di tutto, una spallata che lo butti giù dalle fondamenta, che lo decapiti senza troppe storie, come accadde con Robespierre ai tempi della Rivoluzione Francese: via di ghigliottina e di Terrore!

La rivoluzione che auspico non si macchierà, ovviamente di sangue, ma deve essere violenta, radicale e catartica. Quindi occorre un movimento nuovo che porti una tempesta di acqua e aria pulita nelle asfittiche stanze della politica. Questo è il primo passo. Poi la mano dovrà passare ai partiti tradizionali che, così rinnovati (si spera), inizieranno a ricostruire un Paese migliore. Ma, ricordiamoci: se prima non si abbatte, non si può ricostruire!

Si può; vedo più vantaggi che rischi. Per le pratiche d'importazione hai già verificato tu, quindi le dò per definite. L'unico punto è il biglietto aereo. Vedi di trovare una tariffa che sia almeno parzialmente rimborsabile e modificabile nel caso lei cambi idea o tu ti sia annoiato prima della sua presenza.

@dude - quando ti diceva "I miss you" mentre la stavi trombando, o aveva sbagliato pagina, oppure non si era accorta che già glielo avevi messo dentro

;-)

Ragazzi, rimando alle dinamiche sulla formazione del prezzo: dipende da quante risorse disponi, dalla voglia che hai, dal piacere che pensi di poterne ricavare, compreso quello perverso ma assolutamente sublime di riuscire a trasformare una "brava ragazza" in una che si dà per soldi. Perché, come recita un vecchio adagio milanese che per comodità rendo in italiano "di puttane ce n'è quante ne vuoi, sono i soldi che mancano".

Diciamo che il mio investimento più alto è stato di 250 € con una ragazza thai che lavorava in un centro massaggi vicino casa mia. Dopo un po' di frequentazioni al centro, le chiesi un trattamento a domicilio; accettò con qualche titubanza, anche perché le thai dei centri massaggi (diversamente dalle cine)

generalmente (e non tutte) si limitano, al massimo, a smanubriarti al termine del trattamento, ma la figa non te la fanno neppure vedere da lontano. Questa la norma generale, costellata, immagino, da una miriade di eccezioni.

Nei 250 iniziali c'è stata una piacevole e prolungata fidelizzazione durata quasi un anno. Finito il lavoro, mi raggiungeva a casa mia e dormivamo insieme con pompino della buona notte e "risveglio sensoriale" la mattina dopo. Insomma, una piacevole GFE, finché è durata. Ogni tanto ci scappava un regalino dello stesso tenore di quello iniziale, ma sempre di mia iniziativa e mai da lei sollecitato.

Poi, si sa, le Thai in Italia aspirano a una relazione "seria", nel senso che le garantisca soprattutto economicamente e, non essendo io disponibile a un legame impegnativo, dopo un po' issò la tela, salpò l'ancora e prese a veleggiare verso altri lidi.

Lasciatemi aggiungere che siamo rimasti in ottimi rapporti e di grande rispetto reciproco, io per le sue scelte (non me la dà più, né io gliela chiedo ma le auguro sinceramente di essere felice con il suo compagno e, probabilmente, futuro marito); lei per per il gioco pulito e senza trucchi con cui avevo impostato e condotto la nostra relazione.

Sembra paradossale, ma personalmente avverto un'aura di sacralità attorno a tutte coloro che la danno a pagamento perché, purificando l'uomo dal desiderio, lo avvicinano in qualche modo a Dio.

Dove l'economia schizza il pil si rizza e la gnocca impazza.

@epicuro - i versi si riferiscono all'Ulisse dantesco. Volevo solo dire che se sei adeguatamente navigato non ti senti novizio in nessun posto. Quanto ai viaggi in moto, caro collega, consapevole di sconfinare, pur solo con un accenno, off topics, lasciamene ricordare uno, in particolare, compiuto in solitaria: 27 dicembre 1990 Milano-Venezia sotto la neve; imbarco del Dominator sulla M/n Sansovino; partenza per Alessandria; 31/12 sbarco ad Alessandria; discesa costeggiando il Nilo fino ad Abu Simbel; quindi risalita lungo il Mar Rosso con soste per la notte in due Monasteri Copti dell'interno e ritorno ad Alessandria.
Sicuramente non il più esotico, nè il più lontano, nè il più insolito. Ma il più sublime.

Buon giorno @epicuro e a tutti gli amici. Ho letto con interesse questa collezione di does and don'ts sulla Thailandia (ma direi che valgono per tutto il mondo) e mi va di aggiungere alcune considerazioni generali:
1) l'eventualità di prenderlo in culo ma cercare di evitarlo fa parte dell'impagabile piacere del viaggio e dell'esistenza (mettersi in gioco).
2) E' persona umanamente più ricca chi l'ha preso nel culo un numero di volte sufficiente a imparare a non prenderlo più, di chi cammina sempre rasente il muro per paura che glielo infilino.
3) Vivere con la paura di prenderlo in culo rovina l'esistenza e immiserisce i rapporti con gli altri perché è fuorviante pensare che il mondo si divida semplicemente in prendinculi e mettinculi.
4) Solo i veri "naviganti" possono permettersi il rischio di ricevere qualche inculata senza subire grossi danni alla propria autostima (e al buco del culo).
5) Meglio tenere a bada la conoscenza e scatenare la curiosità che viceversa.

E per concludere con uno che ha attraversato indenne inferno, purgatorio e paradiso:

"O frati," dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'è del rimanente
non vogliate negar l'esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

E ora andate e moltiplicatele!
;-) ;-) ;-)